Ampiezza, dinamica, intensità e volume
sembrano essere 4 termini per la stessa cosa. In realtà non sono
equivalenti. Li possiamo sempre usare, ma facciamo un po' di chiarezza.
Ampiezza è il termine della fisica acustica
per misurare lo scostamento massimo dell'onda dalla linea di zero
(che è l'assenza di suono). Si misura con un semplice numero in una
scala arbitraria oppure, più comunemente, in deciBel (decimi di Bel;
abbr. dB). È una misura assoluta ed è il termine giusto per parlare
della misura fisica (es. un camion arriva a 100 dB).
Dinamica è il termine musicale con la ben nota
scala ppp - fff. A
differenza dell'ampiezza, è relativa al contesto: il fff
di un violino solo è diverso da quello dell'orchestra; il fff
dello stesso strumento può essere diverso anche nel corso dello
stesso brano.
Intensità è un termine generico che può
indicare la dinamica, ma anche altre cose (suona con grande
intensità non significa che suona forte)
Volume viene usato comunemente, ma è un
termine tipicamente elettrico e presuppone una manopola da girare.
Nota: gli anglofoni hanno anche il termine loudness
che corrisponde alla dinamica effettivamente percepita e tiene conto
di vari fattori, come il timbro e le curve di Fletcher, di cui
parliamo più avanti.
La percezione della dinamica
Dunque, come la frequenza è legata all'altezza, l'ampiezza corrisponde
alla dinamica, ma anche qui non si tratta di una corrispondenza
precisissima.
Intanto facciamo una considerazione. Quando ascoltiamo a casa nostra un CD
di un'orchestra non teniamo certo un volume pari a quello dell'orchestra
dal vivo, altrimenti, prima o poi, i vicini faranno una spedizione
punitiva. Tuttavia, pur tenendo un volume anche molto basso, siamo in
grado di capire quando l'orchestra suona ff.
Come mai? Evidentemente la nostra idea della dinamica non dipende solo
dall'ampiezza fisica del suono, altrimenti anche una heavy metal band,
sentita da una radiolina, suonerebbe sempre ppp.
In effetti, dipende anche dal tipo di suono, cioè dal timbro: una nota ff, infatti, ha molti più armonici
della stessa nota pp. Quindi
la sensazione dinamica dipende in parte dall'ampiezza, ma anche
dal timbro
In secondo luogo, se ascoltiamo un crescendo che ci appare lineare e
andiamo a misurare l'ampiezza numerica del suono, esce la stessa curva
esponenziale che abbiamo visto nel caso dell'altezza (vedi figura
seguente). Ciò significa che, come per le ottave, uno scatto dinamico da f a ff
richiede un aumento maggiore di quello da pp
a p.
Così come la scala in semitoni, la scala
in deciBel è nata proprio per ovviare a questa situazione e rendere
lineare ciò che in natura non lo è. Come quella in semitoni, infatti,
la scala in deciBel è basata sui rapporti:
6 dB corrispondono a una ampiezza fisica
doppia
Quindi il volume di un suono a 66 dB è fisicamente il doppio di uno a
60 dB.
Sentiamo qualche esempio:
qui abbiamo un suono che diminuisce di 6 dB (quindi del doppio) a ogni
ripetizione
mentre qui diminuisce più gradualmente,
di 3 dB
Per avere un'idea del valore dei dB, considerate che il nostro sistema
uditivo percepisce suoni che vanno da poco più di zero (in ambiente
MOLTO silenzioso) a circa 120 dB. Quest'ultima è la cosiddetta soglia
del dolore perché un suono a questo livello è effettivamente dannoso.
Va detto, però, che il sistema uditivo è in grado di difendersi dai
suoni molto forti. Un piccolo muscolo, infatti, irrigidisce il timpano
per difenderlo dalle vibrazioni troppo ampie, mentre un altro è in
grado di mettere leggermente fuori asse la catena degli ossicini
impedendo che le vibrazioni troppo forti si trasmettano totalmente
alla chiocciola. Di conseguenza, quando ci troviamo in un ambiente ad
alto livello sonoro, sentiamo decisamente meno.
Questo sistema, comunque, ha un tempo di reazione di 1/10 di secondo e
quindi non può fare niente contro i picchi improvvisi contro i quali
siamo totalmente indifesi. Questi ultimi sono particolarmente dannosi
e possono ledere il timpano, per cui ATTENZIONE ALL'ASCOLTO IN CUFFIA
che di per sè non è affatto dannoso, ma può esporre i timpani a
improvvisi e dolorosi sbalzi se non si fa attenzione. Quando vi
mettete la cuffia, a qualsiasi strumento o impianto sia collegata,
ABBASSATE PRIMA IL VOLUME E POI ALZATELO GRADUALMENTE FINO AL LIVELLO
APPROPRIATO.
Torniamo ai dB. La tabella seguente vi dà un'idea del livello sonoro
di diversi suoni (le misure sono medie: per es. non tutte le auto
fanno lo stesso rumore).
Suono
dB
Soglia dell'udito
0
Stormire di foglie
20
Sussurro
30
Stanza silenziosa
40
Strada silenziosa
50
Conversazione normale
60
Interno auto
70
Cantare
75
Automobile a 6 m
80
Motocicletta a 6 m
88
Tritatutto
90
Metropolitana
94
Camion
100
Falciatrice a motore
107
Martello pneumatico
115
Sega a nastro
117
Rock Band (heavy)
120
Jet a 250 m
130
Le curve isofoniche
Un altra cosa che complica la percezione della dinamica è il fatto che
il nostro sistema percettivo non funziona nello stesso modo su tutte
le frequenze. Sente molto meglio nell'area che va da circa 600 a circa
5000 Hz, che è l'area del linguaggio parlato, ma soprattutto sente
molto meno sulle frequenze basse. Questo accade perché il condotto
uditivo ha una lunghezza tale da provocare un'area di risonanza a
circa 3000 Hz. Di conseguenza il livello sonoro percepito non
corrisponde all'ampiezza fisica.
La figura seguente mostra le cosiddette curve isofoniche
(elaborate da Fletcher e Munson e note anche con il nome dei due
ricercatori) che mappano la sensazione di livello sonoro
effettivamente percepito rispetto ai dB per le varie frequenze.
Si leggono nel modo seguente: supponiamo di volere un suono a 1000 Hz
con livello sonoro percepito di 60 dB. Per sapere quale
ampiezza fisica dovremo dare a questo suono perché venga
effettivamente percepito a 60 dB
cerchiamo sull'asse orizzontale (in basso) i 1000 Hz (indicati
con 1k; k = kilo = 1000)
andiamo verso l'alto fino a incontrare la linea etichettata con
60
da qui andiamo verso sinistra fino a incontrare l'asse verticale
e leggiamo l'ampiezza in dB.
Eseguendo questo procedimento risulta che, per generare un suono a
1000 Hz con livello sonoro percepito di 60 dB, il suddetto suono dovrà
avere una ampiezza fisica di 60 dB.
Tutta questa fatica per avere un valore uguale? Sì, perche le curve
isofoniche sono tarate proprio sui 1000 Hz.
Ma adesso facciamo la stessa cosa per una frequenza a 100 Hz. Risulta
che, per generare un suono a 100 Hz con livello sonoro percepito di 60
dB, il suddetto suono dovrà avere una ampiezza fisica di circa 70 dB.
Attenzione, considerando che una differenza di 6 dB equivale al
doppio, questo vuol dire più del doppio, quasi 3 volte tanto.
La differenza, in effetti, è drammatica e aumenta andando ancora più
in basso. Se scendiamo a 50 Hz, per percepire i nostri fatidici 60 dB,
dovremo andare a circa 85 dB che significa circa 4 volte il doppio,
cioè 16 volte. Ciò significa che, per sentire avere la sensazione di
1000 Hz e 50 Hz a pari volume (60 dB), la seconda dovrà avere una
ampiezza pari a 16 volte la prima.
Facendo musica si nota che i suoni bassi si sentono un po' meno, ma
non sembra che la differenza sia così grande. Questo dipende dal fatto
che gli strumenti sono pieni di meccanismi di compensazione, sia nella
regolazione della sensibilità dei tasti del piano, che nella grandezza
delle casse acustiche.
Adesso ascoltate questo esempio in cui
una frequenza glissa con continuità su quasi tutto il campo udibile,
da 20 a 16000 Hz in 1 minuto con ampiezza fisica sempre fissa a 90 dB:
Sentirete benissimo che la percezione
dinamica non è sempre uguale, ma segue le curve in figura. Nei bassi
il suono si sente appena, mentre nella zona centrale dovrete abbassare
il volume. Fatelo. Regolate il volume a livello confortevole nella
zona in cui sentite di più e poi riascoltatelo e noterete che nella
zona più bassa non sentirete quasi niente.
A partire dalle curve isofoniche è stata messa a punto un'altra unità
di misura che tiene conto della frequenza e delle curve isofoniche ed
è stata chiamata Phon. Una frequenza di 100 Hz a 60
phon equivale alla stessa a 85 dB.