L'analisi del fatto musicale non può limitarsi a una pura questione fisica,
ma sconfina ampiamente nella psicoacustica e in modo più generale, nella
cultura con confini che non sono tracciati nettamente, ma sfumati.
Ne consegue che:
L'acustica musicale è una scienza interdisciplinare
Nell'apprezzamento di un brano
musicale, il suono come fenomeno fisico ha un peso relativamente basso. Il modo in cui noi percepiamo questo
insieme di suoni ha, invece, una importanza maggiore.
Ancora più importante è l'elaborazione di tale percezione in base alla
nostra cultura.
Nello studio del suono musicale, quindi, sono coinvolte varie scienze:
Fisica: indaga la realtà
dei fenomeni (nel caso specifico abbiamo a che fare con l'acustica)
Fisiologia: scienza
che studia le funzioni degli organismi animali e vegetali (in questo
caso, fisiologia dell'apparato percettivo)
Psicofisiologia: disciplina
che studia le relazioni tra l'attività psichica e le funzioni
fisiologiche dell'uomo. Nel nostro caso ci rivolgiamo alla Psicoacustica:
scienza che studia le modalità di percezione e elaborazione del
suono.
Per una valutazione quantitativa delle tre parti,
possiamo fare il paragone seguente: se consideriamo una pesca, l'acustica
corrisponde al seme dentro il nocciolo, la psicoacustica occupa lo spazio
del seme, la cultura è la polpa. La musica, quindi, è principalmente un
fatto culturale fondato su base fisica e psicoacustica.
Analizzando musica prodotta da culture diverse possiamo evidenziare le
differenze, che dipendono dalla cultura e alcuni elementi comuni che
invece sono legati a dati di fatto reali e/o percettivi.
Esempio
Albeniz
(Europa)
Raga Multani (Hindustani
music, India del Nord)
Sistema
Tonalità
Modalità
Elemento principale
Polifonia
Melodia su bordone
Temperamento
Ottava divisa in 12
semitoni uguali
Ottava divisa in 22 sruti
a partire dai quali si costruiscono i modi ognuno dei quali può
avere da 3 a 10 note
Suono
Corde pizzicate e tastate
Corde pizzicate e tastate
Strumento
Chitarra a 6 corde
Sitar: 3/4 corde melodiche, 3/4 di
bordone, da 11 a 19 corde di risonanza
Le corde possono essere tirate con
glissato fino a una 5a
Elementi comuni
Studiando lo schema di cui sopra, possiamo individuare alcuni elementi
comuni:
Il mezzo di produzione del suono: la corda pizzicata che però è poi
trattata diversamente. Gli indiani utilizzano un ponticello esteso che
viene toccato dalla corda vibrante proprio per generare il tipico suono
ricco di componenti acute.
L'ottava: praticamente tutte le culture che hanno costruito un sistema
melodico/armonico riconoscono la coincidenza delle note in ottava.
Consonanze: l'intervallo di 5a è generalmente riconosciuto come
consonanza. Di conseguenza anche la 4a acquisisce importanza in quanto
inversione della 5a.
Queste sono praticamente le uniche cose su cui questi due esempi si trovano
d'accordo senza discussione.
Origine e propagazione del suono
Il suono è un fenomeno fisico, non un oggetto. Per esistere ha bisogno di
una sorgente, cioè di un corpo vibrante e di un mezzo elastico di
propagazione in cui le onde possano viaggiare. Aria, acqua, legno, alcuni
metalli e perfino il vetro possono vibrare e propagare le onde sonore.
Naturalmente la distanza a cui queste ultime si propagano dipende
dall'elasticità del mezzo.
Abbiamo quindi un primo dato di fatto:
all'origine del suono c'è un corpo vibrante
Vibrando, questo corpo trasmette le proprie vibrazioni al mezzo che lo
circonda (nel nostro caso, l'aria). L'energia sonora, quindi, è una forza
meccanica che, partendo dalla sorgente, si irradia sotto forma di onde
attraverso il mezzo di propagazione fino all'ascoltatore.
il suono è energia che si propaga sotto forma di onda
La figura seguente visualizza un'onda che
si propaga da un punto centrale in tutte le direzioni.
In
questa animazione vedete l'onda dall'alto (grazie al già citatoDr.
Dan Russelper
tutte le animazioni di questa pagina)
Nel caso degli strumenti musicali, però,
l'irradiazione maggiore è verso una direzione preferenziale determinata
dalla forma dello strumento. Nella figura seguente abbiamo una
situazione simile vista dall'alto. Le lettere A e B mostrano i punti di
compressione (la cresta dell'onda) e rarefazione.
L'onda si muove, espandendosi, nella direzione indicata con W. Proprio a
causa dell'espansione (e dell'assorbimento dell'aria), l'onda perde
lentamente energia, per cui il suono si propaga fino a una certa
distanza, ma poi non si sente più.
Questa animazione vi mostra come si comportano le molecole
dell'aria quando vengono messe in movimento da un corpo vibrante.
Vedete
che ognuna di esse si muove leggermente e poi colpisce quelle vicine
trasferendo loro il proprio moto, un po' come nel caso di una "ola".
Naturalmente, per poter sentire un suono continuo, la
sorgente deve vibrare con continuità, non una sola volta.
Notare che un mezzo in grado di propagare il suono è assolutamente
necessario. Non c'è suono senza il mezzo di propagazione
perché, se le vibrazioni della sorgente non si trasmettono a nulla, si
esauriscono nel punto di origine e non arrivano a un eventuale
ascoltatore, quindi non c'è suono nel vuoto.
Il mezzo di propagazione può essere un qualsiasi elemento in grado di
vibrare. Il suono si propaga nell'aria e in tutti i gas, ma anche nell'acqua
e anche in sostanze solide che siano almeno leggermente elastiche. Quello che cambia è la velocità di propagazione. Nell'aria
a 20° è 344 metri/secondo ed è influenzata dalla temperatura e dalla densità
del mezzo. Per soddisfare la vostra curiosità, questa
tabella riporta la velocità del suono in molti materiali.
Ora andiamo a vedere queste onde sonore. Prendiamo come esempio una
parte del brano di Albeniz che abbiamo ascoltato:
Qui sotto vedete la partitura e il suono così come è stato registrato
dal computer.
A questo livello di ingrandimento non si vede ancora la forma dell'onda, ma
solo il profilo di variazione in ampiezza. Quello che vediamo, tuttavia, è
già sufficiente per distinguere i punti di attacco delle note.
Prima di studiare il suono in maggior
dettaglio, però, andiamo a vedere che cosa succede al momento
della ricezione, cioè quando l'onda arriva all'ascoltatore.
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