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Pierce John - La scienza del suono |
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La scienza del suono
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La recensione de L'Indice |
(recensione pubblicata per l'edizione del 1988)
recensione di Chiattella, A., L'Indice 1989, n. 7
Relegata nel campo dell'insegnamento universitario a semplice branca
della fisica classica, l'acustica ha da sempre riscosso nel nostro paese
una scarsa attenzione, che ben si riflette nell'assai ridotta
produzione editoriale relativa a questa materia. Benvenuta quindi la
traduzione di questo libro di John R. Pierce dedicato alla scienza dei
suoni, anche se con un'angolatura circoscritta agli aspetti legati alla
percezione sonora. D'altra parte, i rapporti tra cultura musicale ed
acustica hanno costituito nel corso della storia uno degli esempi più
antichi e fecondi di interazione tra scienza e arte. E in questo senso
il testo di John R. Pierce, del quale ben altre cinque opere sono state
tradotte in italiano, costituisce un'ulteriore conferma.
Dotato di una notevole abilità divulgativa, Pierce riesce a
vivacizzare e rendere di gradevole lettura ogni parte del suo libro,
compresi gli aspetti più strettamente fisici e matematici, di solito
destinati ad una preliminare e monotona trattazione. Ciò avviene
attraverso un'esposizione che, con notevole perizia, intreccia fatti e
personaggi storici alle questioni trattate, e che non evita di aprire
una decisa e ruvida polemica nei confronti di un altro celebre acustico
statunitense contemporaneo. Anche le questioni centrali relative al
rapporto tra suono e musica, alla definizione della percezione sonora,
al progresso dell'informatica musicale, a cui l'autore ha direttamente
contribuito con proprie originali ricerche, sono esposte in una forma
che assicura una scorrevole e proficua lettura.
Come sempre accade con questo genere di opere, le difficoltà di
traduzione di un linguaggio specialistico danno esca ai soliti rimbrotti
dei recensori. In questo caso però i difetti della traduzione vanno
accomunati alle pecche del successivo lavoro editoriale. Tradurre il
termine 'loudness' con "volume" anziché con "sensazione sonora" (pag.
123 e sgg.), oppure definire le curve di pesatura presenti sui fonometri
"curve di attenuazione" anziché "di ponderazione" (pag. 119), oppure
ancora tradurre il termine inglese 'scattered', riferito al suono
riflesso, "sparpagliato " anziché "diffuso " - e si potrebbe continuare
ancora se non fosse troppo noioso e pedante - può indubbiamente
dispiacere agli addetti ai lavori. Ma trovare in due pagine adiacenti
(pagg. 118 e 119) ben tre diverse traduzioni di 'sound level meter',
ovvero: "rilevatore di livello sonoro (fonografo)" [sic], "fonometro" e
"fonometro di livello sonoro", di cui solo la seconda appropriata e la
prima gravata da un macroscopico refuso, finisce inevitabilmente per
irritare anche il meglio disposto dei lettori. E qui in discussione non è
solo l'attenzione del traduttore, ma anche quella del gruppo di
redazione, forse assorbito dall'assai più riuscito compito di dare al
volume un'accurata e accattivante veste editoriale.
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